LEVE

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Leve sì o leve no?

Esiste un dibattito continuo sull’inserimento o meno, delle leve articolari nel Krav Maga o peggio si discute se siano parte dei curricula o no.
Come di consueto l’ignoranza in materia genera due poli opposti: chi sostiene che nei curricula praticanti e graduati vi è solo una piccolissima parte dedicata alla leve, dall’altra chi le inserisce traendole da altre arti marziali eliminando ogni criterio di collegamento con la metodolgia del Krav Maga.
Facciamo chiarezza. In questo contesto ci riferiamo ai corsi per civili, senza disquisire sui settori specialisti quali Law Enforcement e Miliatary, V.I.P. Protection,etc.
Nel Krav Maga l’obiettivo principale è, come più volte ribadito “agire subito e fare subito qualcosa” al fine di affrontare il problema successivo e allontanarsi più velocemente dalla zona pericolosa per salvare la propria vita e quella di chi amiamo.
Questa logica porta ad una prima considerazione: – “se” applico una leva, i tempi di permanenza sullo scenario ormai pericoloso si allungano – mi espongo ad eventuali altri aggressori e attacchi – rimango con “almeno” uno o due arti bloccati nella chiusura della leva.

Cosa sono e a cosa servono?

Quando “posso” usare una leva articolare? Quando, invece, “dovrei” usare una leva articolare? Una volta che ho chiuso in leva l’aggressore che faccio? O come dissi scherzando ad un mio allievo una volta, “ad un civile con due arti bloccati resta di utilizzare i comandi vocali del cellulare per chiamare il 113 ed attendere l’arrivo con l’aggressore in leva!!! Ovviamente era un battuta.
La leva articolare, senza entrare nel dettaglio, agisce in diversi modi, una è la compressione di un nervo “come la leva sui polsi” o la trazione di un’articolazione “oltre” la possibilità strutturale e ne è esempio la “leva al gomito”, etc.. alcune entrano in combinazione con i punti di pressione della medicina orientale, etc..
Il presupposto è che si imprime un intensissimo dolore all’aggressore, a cui non è possibile resistere ed il resto del corpo tende a seguire il movimento indotto per limitare la sofferenza: l’intenzione principale è demotivare l’aggressore a proseguire oppure in alcuni casi di proiettarlo e/o immobilizzarlo.
Ma, un civile perchè dovrebbe bloccare, proiettare, immobilizzare una persona, anzichè correre il più veloce possibile via dalla zona pericolosa, come Krav Maga insegna?
Anche qui, la risposta è molto semplice, ma non potrà essere esaustiva, prendiamo due esempi:
– veniamo afferrati al corpo o al polso in una particolare situazione, dove non è possibile reagire in modo violento: un collega di lavoro o un parente che tende a bloccarci per un qualunque motivo (fosse anche un gioco o no) e parlando non riusicamo a fargli capire che ci sta arrecando dolore o un possibile danno o creando disagio, allora possiamo utilizzare delle leve;
– l’aggressione avviene in uno spazio ristretto, ad esempio in un’ascensore: abbiamo bisgono di qualche secondo in più affinché alla porta si possa aprire.
Innanzitutto ritrovarsi in una situazione di difesa o attacco preventivo con un’altra persona in leva, implica il rimanere bloccati con l’aggressore, quindi non è una delle migliori scelte.
Le alternative sono: se demorde, lascio.. sperando che non ritorni all’attacco, dato che non avrò più dalla mia parte l’effetto sorpresa e sà di avere a che fare con una persona preparata; se non demorde, fratturo? Fratturiamo.. ma poi? La proporzionalità della difesa ed i danni cagionati..?
Effettuare leve/proiezioni/immobilizzazioni, da chi non è un vero esperto di Krav Maga, può creare confusione in un praticante rigaurdo ai principi stessi del K.M. Anzi diciamo la verità, come al solito, gli incompetenti pseudo-istruttori creano solo danni.. e disinformazione.
Spronare l’allievo a capire che l’importante non è saper combattere, ma riuscire a sopravvivere. Ciò presume insegnare a lasciare nel più breve tempo possibile l’area pericolosa ed allontanarsi velocemente verso la c.d. “safety zone” per verificare eventuali danni.. allertare i numeri di emergenza, rivolgersi a strutture di Pronto Soccorso.. ma se si insegna ad immobilizzare un aggressore come prassi, con un secondo/terzo aggressore allora è un problema!!! Oppure cosa si presume fare successivamente all’immobilizzazione, davvero telefonare alle Forze dell’Ordine ed attendere il loro arrivo con l’aggressore in leva??? E magari essere imputato per “sequestro di persona”.. è totalmente assurdo.
Il problema che si pone all’atto pratico, oltre di confondere tecniche di altre arti marziali in un sistema che prevede altri principi, rivela di non conoscere cosa si sta insegnando, nè le tempistiche di acquisizione delle tecniche stesse. Un marzialista esperto, sa bene che alcune tecniche solo se praticate per anni ed anni di duro e costante allenamento, riescono ad essere efficaci con tutto e tutti, ma parliamo di 5-10 anni almeno. I nostri seminari su questo tema, l’ultimo tenuto a grande richiesta nel 2016, il terzo su questo tema, invece, nascono per chiarire prima di tutto “QUANDO” e “PERCHE'” un civile può scegliere di applicare una leva articolare, ma che si ribadisce, seguono regole ben precise e parliamo di particolarissime e semplici leve, proiezioni ed immobilizzazioni, studiate e create per trasmetterne i principi ed aggiungere ulteriori conoscenze al proprio bagaglio tecnico.

Istr. Pasquale F.

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